Si fa un gran parlare di azioni in questi mesi, soprattutto in relazione ad eventi catastrofici quale l'attuale ed ancora in corso pandemia da Covid-19. I titoli dei quotidiani, sia online che cartacei, ne hanno approfittato e i termini quali "crollo", "bruciati N miliardi" nel falò delle vanità del capitalismo, et similia, sono diventati ahimè sempre più comuni. Qui i risparmiatori meno avveduti e in cerca di guadagni facili hanno venduto troppo tardi e in preda al panico e (come sempre) hanno davvero perso rilevanti capitali. Questo viene anche certificato dal recente aumento della liquidità sui conti correnti, arrivati all’astronomica cifra di 1.460 miliardi di euro.
Però, quando si affrontano gli investimenti, che ricordiamolo, servono a produrre rendimenti nel lungo termine (vedi qui), non possiamo dimenticare proprio le azioni. Ma sapete davvero cosa sono e come funzionano?
Le azioni rappresentano una quota del capitale sociale di un'impresa (SpA o SapA) e quindi chi le possiede partecipa in qualità di socio alla vita dell'azienda. Tramite esse, il socio può, ad esempio, partecipare ed intervenire alle assemblee, votare, impugnare il bilancio, ecc. e ha ulteriori diritti quali essere remunerato dai dividendi che vengono staccati periodicamente, oltre che ricevere assegnazioni di azioni in caso di aumento gratuito di capitale e di opzione nel caso sia a pagamento. I titoli azionari non hanno scadenza e possono essere compravenduti sul mercato, a patto esso stesso sia liquido (cioè che esistano compratori e venditori).
Tralasciando ulteriori distinzioni tra azioni ordinarie, privilegiate e di risparmio, concentriamoci invece su che cosa influisce sul valore delle azioni e del perché questo oscilli quotidianamente.
Le azioni sono titoli a reddito variabile; i dividendi (che derivano dagli utili netti che annualmente la società produce) non sono mai certi a priori e cambiano nel tempo. Quindi, le azioni sono valutabili solamente sulla base dei flussi di cassa che generano e del prezzo di vendita. Semplificando, il prezzo di un'azione è funzione del flusso futuro (infinito) di dividendi.
Questo significa che il mercato prezza istantaneamente qualsiasi evento (positivo o negativo) in funzione degli utili che le società produrranno nel futuro, e tanto più questo è lontano nel tempo, tanto più le oscillazioni del prezzo saranno elevate.
Quindi, più alte saranno le previsioni sugli utili aziendali futuri e più elevate saranno le quotazioni azionarie delle stesse. Il mercato ha sempre ragione, come si dice, ma a volte esagera: quotazioni maggiori attraggono sempre più investitori, che continueranno ad acquistare a prezzi sempre più elevati (anche oltre quelli ritenuti più congrui) fino a quando un evento che impatta negativamente gli utili futuri (come ad esempio il Covid-19) pone fine alla lunga fase rialzista (o Toro).
Le nuove prospettive si abbattono pertanto sui prezzi, e inizia una velocissima discesa dei prezzi (detta fase ribassista o Orso), a livelli più consoni rispetto ai nuovi utili aziendali. Il mercato, anche qui, è portato ad esagerare e le quotazioni tendono ad andare sempre più giù, dovuto più che altro alla fuga degli investitori...
Le crisi spazzano via le aziende che operano in settori poco performanti, sottocapitalizzate, sovraindebitate e con utili descrescenti o addirittura in perdita. Lasciano strada invece ad aziende solide, poco indebitate, con utili crescenti e che migliorano costantemente la frontiera tecnologica.
Il ciclo si ripete, inizia una nuova fase Toro e chi ha acquistato quando tutti vendevano avrà un extra rendimento sui propri capitali dovuto non tanto al mercato ma al proprio comportamento.
I risultati, dopo anni di comportamenti adeguati, si vedono: chi ha saputo, magari con l'aiuto di un consulente finanziario, investire sul giusto orizzonte temporale approfittando anche delle "stagioni degli sconti" che periodicamente i mercati offrono, avrà ottenuto dei risultati adeguati. Chi invece, magari dopo fallimentari esperienze sui mercati affrontati senza adeguata preparazione, ha mantenuto e mantiene i propri risparmi sul conto corrente, vedrà il proprio capitale affievolirsi anno dopo anno senza neanche accorgersene.
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